
(Il Fatto Quotidiano – Anno 1 – Numero 61)
Mercoledi, 2 Dicembre 2009
FUORIONDA IN CASA PD
Dopo il fuorionda di Gianfranco Fini che, al Premio Borsellino, elogia i ragazzi di Ammazzatecitutti” e commenta le rivelazioni dei pentiti, il Fatto è entrato in possesso di una conversazione rubata ad alcuni dirigenti del Pd al Premio Maria Angiolillo. Massimo: “…e poi, diciamo, ci sono questi preti antimafia che ci accusano di trascurare la questione morale. Pensassero a dare le estreme unzioni come una volta, invece di impicciarsi di politica. Lo Stato è laico, diciamo”. Pierluigi: “Soccmel, sono poco riformisti, non dialogano. E poi sempre contro, sempre anti: mi sa che al nostro tavolo per il dialogo fra mafia e antimafia non ci vengono…”.
Giorgio: “State buoni, se potete. E i giudici devono starsi zitti”. Massimo: “Sì, grazie nonno, adesso però lasciaci l avo ra re …”. Enr ico: “Ora ci si mettono pure i ragazzi antimafia di ‘Ammazzatecitutti’…”. Massimo: “Li chiamerei Limortacciloro, diciamo. Sono i nipotini di Micromega, quelli che mi fecero saltare la Bicamerale. Ah i Latorre, i Velardi, i Rondolino: quelli erano ragazzi giudiziosi”. Pierluigi: “Non sono cattivi, ma soccmel, non dialogano, sono poco riformisti. Sempre lì a difendere la Forleo e De Magistris”. Massimo: “Possibile che i genitori non gl’insegnino a farsi i fatti loro e che la piazza è un brutto posto?”. Enrico: “Già fatichiamo a educare i nostri elettori al garantismo e al diritto a difendersi dai processi. E quelli ce li scatenano contro, così poi votano Di P i e t ro …”. Pierluigi: “Però pure tu, Enrico, soccmel. Chi te l’ha fatto fare di dire quelle cose al Corriere? Non l’hai ancora capito che i panni sporchi si lavano al
Quirinale, non sul giornale?”. Enrico: “Lascia perdere, me l’ha già detto lo zio Gianni: stava andando tutto così bene, ci eravamo accordati per salvare Silvio dai processi, poi tu e Violante andate a vantarvene in piazza”. Luciano: “Già, e mica son fesso: se non andavo a dire a Ballarò che per salvare la democrazia bisogna salvare Berlusconi, il merito se lo prendeva qualcun altro.
Invece l’idea è mia, il pacco a Natale spetta a me…”. Giorgio: “State buoni, se potete. E i giudici devono starsi zitti”. Massimo: “Ok, nonnetto, ora lasciaci lavorare. Ma li hai sentiti, quei facinorosi? Dicono che nessun politico è eterno. Ma parlassero per sé: io sono qui da quando avevo i calzoni corti e qua resto per i prossimi cent’anni”. Pierluigi: “Solo se Silvio resiste, soccmel! Metti che salti e arrivi Fini: e chi ci vota più senza la paura dell’uomo nero? Manco col fucile puntato alla nuca ci rivotano”. Luciano: “Mica son fesso: apposta ho proposto di immunizzare le alte cariche. Manca pure che si dimetta Silvio e ci lasci qua con le pezze al culo”.
Pierluigi: “Figurati che i nostri rimpiangono persino Prodi, solo perché ha battuto Berlusconi due volte su due, soccmel”. Massimo: “Bella forza: intanto lui sta a casa e noi che abbiamo sempre perso siamo sempre qui, freschi come rose”. Enr ico: “Ma come si fa con Spatuzza e Ciancimino?
Parlano e i giudici li lasciano parlare…”. Massimo: “Dai retta a chi sta qua dai tempi dell’asilo.
Basta fare come me quando mi han beccato al telefono con Consorte: ho lasciato il Pd a Walter per due anni in prestito d’uso, e quando la gente s’è dimenticata tutto me lo sono ripreso. Andreotti faceva così e s’è sempre trovato bene”. Enr ico: “Ma si parla di trattative Stato-mafia durante le stra gi”. Massimo: “Trattative, che paroloni. Si dice ‘d i a l o go ’: vedi che suona subito meglio? A proposito: devo lasciarvi, mi vedo con Cuffaro per dialogare con l’Udc”.
Giorgio: “Ecco, ragazzi, dialogo. E i giudici devono starsi zitti”. Enr ico: “Veramente non osano più nemmeno re s p i ra re ”. Massimo: “Fa niente. Zitti e muti a prescin dere. E zitti pure voi: se no gli elettori capiscono che non siamo come Fini, che dice in privato quel che dice in pubblico. Poi vengono a cercarci a casa e ci tocca iscriverci al Popolo della Libertà”.
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