E IL CAVALIERE SI AUTODENUNCIO’ (0035)


(Il Fatto Quotidiano – Anno 1 – Numero 35)
Domenica, 1 Novembre 2009
E IL CAVALIERE SI AUTODENUNCIO’

Quando denunciò per ricettazione il direttore di “Oggi”, Pino Belleri, che nell’aprile 2007 aveva pubblicato le foto del suo harem a Villa Certosa, Silvio Berlusconi non poteva immaginare che due anni dopo avrebbe ricevuto il video di Marrazzo col trans. E che, visionandolo e tenendolo in un cassetto di Palazzo Grazioli, avrebbe rischiato una denuncia per lo stesso reato che lui e l’on. avv. NiccolòGhedini avevano appena rinfacciato a Belleri (ora imputato a Milano per quelle accuse). Le foto del Cavaliere che, due mesi dopo il Family Day, palleggia e palpeggia sulle sue ginocchia tre procaci “attiviste di Forza Italia” (parole sue), presentano qualche analogia col videotape di Marrazzo. Ma non sono la stessa cosa. La ricettazione scatta quando qualcuno, “al fine di procurare a sé o ad altri un profitto, acquista, riceve o occulta cose provenienti da un qualsiasi delitto o comunque s’intromette nel farle acquistare, ricevere od occultare”. Pena prevista: “reclusione da 2 a 8 anni”. Ora, le foto di “Oggi” le scattò Antonello Zappadu fuori dalla villa, forse ingrandendole con un teleobiettivo (niente violazione della privacy), o forse usandolo per realizzarle (violazione della privacy). Belleri le acquistò per pubblicarle su Oggi. Secondo Berlusconi e Ghedini, non poteva non capire che le foto erano corpo di un reato (violazione della privacy). Ma, per casi del genere, viste le finalità giornalistiche, il Codice prevede il “reato speciale” (e minore) di pubblicazione di materiale acquisito in violazione della privacy. La ricettazione invece è una fantasia del duo Ghedini-Berlusconi. Ma si applica a pennello al caso Marrazzo. Il video è girato da carabinieri delinquenti che irrompono in casa del trans (violazione di domicilio), filmano due persone seminude (violazione della privacy), costringono con la forza Marrazzo a firmare tre assegni (violenza privata ed estorsione), poi tentano di vendere il videotape a vari giornali (Oggi, Libero, Chi, Panorama), giornalisti ed editori (Feltri, Signorini, Belpietro, famiglia Berlusconi, Angelucci). Chi lo riceve o lo occulta o s’intromette nel farlo acquistare, ricevere od occultare, che intenda dell’ immigrato Elham. Queste tre notizie servono almeno a ri-
cordarci quanto siamo arrivati lontani dalla nostra Costituzione e dai fondamenti della Carta dei diritti dell’uomo. In Italia. Oggi. pubblicarlo o meno, precipita nella ricettazione: il video infatti deriva da reati ben più gravi della violazione della privacy. Ergo niente reato speciale (e minore). Semprechè, ovvio, si intenda ricavarne profitto e si sappia che il dvd è “proveniente da delitto”. Ma, per capirlo, bastava guardarlo: Marrazzo, in mutande con un trans in una casa privata, implora pietà (“non mi rovinate”) e teme che gli estorsori abbiano chiamato “i giornalisti sotto”. Più chiaro di così… Signorini riceve il video e s’intromette per farlo acquistare da Libero e da Panorama; Marina Berlusconi lo riceve; come pure papà Silvio, che se lo guarda con comodo, lo conserva per due settimane, poi s’intromette nel farlo occultare: infatti chiama Marrazzo per dirgli di comprarselo da Photomasi e farlo sparire; poi avverte Signorini, che mette in allerta
l’agenzia: “La chiamerà Marrazzo”. Oltretutto, per non incappare nell’accusa di conflitto d’interessi, il Cavaliere è costretto a dire di aver ricevuto il video dalla figlia non come editore, ma come padre, e di aver telefonato a Marrazzo come premier per fargli “una carineria”. Dunque, almeno sulla carta, ci sarebbero tutti gli estremi per indagare per ricettazione un bel po’ di gente (e non solo il carabiniere che aveva il dvd in casa e lo mostrò il video all’inviato di Oggi).
Decideranno i magistrati se l’articolo 648 del Codice penale si applichi al caso concreto e nei confronti di chi. Ma una cosa è certa: per come Berlusconi intende la ricettazione nella sua denuncia a Belleri, Berlusconi ha commesso una ricettazione. Riletta oggi, quella denuncia è un’autodenuncia.

Nessun commento: