
(Il Fatto Quotidiano – Anno 1 – Numero 31)
Mercoledi, 28 Ottobre 2009
BASSO IMPURO
Questo Bersani ha più fortuna di Arrigo Sacchi e Fabio Capello messi insieme. Non fa in tempo a sedersi sulla poltrona più alta del Pd, e già Rutelli si leva di torno, portandosi via anche la Binetti e, se gli va di culo, pure la Lanzillotta e Follini. Politologi e sondaggisti s’interrogano pensosi sul peso elettorale dei fuggiaschi: in effetti questa fuga di cervelli potrebbe portare all’esangue Pd qualche milione di voti e consentirgli, in un paio di lustri, di tornare al governo. E poi dicono che Prodi è fortunato: fosse capitato a lui, sarebbe ancora a Palazzo Chigi. E’ un bel segnale, per il Pd: dopo anni di sfiga boia,finalmente una buona notizia. Viceversa il Gastoned’Italia, al secolo Al Tappone, quello che aveva “il sole in tasca” e non ne sbagliava una, sta infilando una serie nera che tarda a interrompersi e potrebbeportare addirittura alla sua caduta nel giro di una
decina d’anni. Non bastando Veronica, Noemi, la D’Addario, Tarantini, Zappadu, Obama, le veline, la Consulta, Ciancimino, Fini, il Milan e Tremonti, ora riciccia fuori pure David Mills, ricondannato in appello a 4 anni e mezzo perché corrotto. Da chi? Si vocifera di un tipetto alto un metro e qualcosa che alla fine degli anni 90 era terrorizzato dalle sue testimonianze nei processi Guardia di Finanza e All Iberian, dai quali uscì indenne proprio perché Mills non la raccontò giusta e fu subito ricompensato dall’utilizzatore finale. Ora l’ometto sperava di distrarre l’attenzione generale dal caso Mills con lo scandalo Marrazzo, e ci era quasi riuscito: a parte Massimo Gramellini sulla Stampa e il Fatto, tutti i giornali avevano appena presentato la sua telefonata ricattatoria a Marrazzo come una carineria da gran signore. Ma ieri la solita giustizia a orologeria gli ha rotto le uova nel paniere,confermando la condanna di Mills. Il quale ora, per
evitare la galera, può sperare solo nella Cassazione. Di qui il nervosismo dell’avvocato inglese e dunque dell’utilizzatore italiota. “Esiste un convitato di pietra in questo processo – aveva detto il difensore di Mills l’altroieri in udienza, tentando in extremis di impressionare i giudici d’appello – è inutile nascondersi dietro un dito, e la vostra decisione, giudici, parliamoci francamente, potrebbe avere grandi e gravi ripercussioni”. Ripercussioni politiche, s’intende. Lo stesso Mills aveva ammonito il giorno prima a Radio 24: “Io e Berlusconi siamo accomunati da un unico destino: o tutti e due innocenti, o tutti e due colpevoli”. La seconda che hai detto, ha risposto la Corte d’appello. E fra poco inizia in tribunale il processo all’ometto. Senz’alcun riguardo per la grave forma di scarlattina che l’ha inopinatamente colpito, forse a causa di un contagio a orologeria trasmessogli dai numerosi nipotini, così giovani e già così comunisti. Su questa malattia infantile che ha proditoriamente aggredito l’attempato nonnetto circolano un paio di malignità, che riportiamo per puro dovere di cronaca: 1) L’anziano individuo è in preda a un’irreversibile regressione all’infanzia, già peraltro riscontrabile nell’inusitata ricrescita pilifera, nel ringiovanimento epidermico, nel ritorno di fiamma di una potenza sessuale sconosciuta ai quasi ottuagenari e nell’abitudine tipicamenteadolescenziale di sparare cazzate e raccontare bugie a tutto spiano. 2) Tramontato il lodo Alfano, l’illustre imputato non trova di meglio, per sottrarsi al processo, che darsi malato. Anche perché i suoi onorevoli avvocati sconsigliano di insistere sulla vecchia linea difensiva, incentrata sull’assioma: non è detto che, se Mills è stato corrotto da Berlusconi,Berlusconi abbia corrotto Mills. A meno che, si capisce, il piccoletto non intenda sfoderare l’arma segreta: la seminfermità mentale.
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