Domenica 22 agosto 2010 – Anno 2 – n° 223
Ma chi l’ha detto che, se si vota, rivince il Cainano? Ora che i sondaggi danno il Pdl senza Fini al 28% (-10 sulle elezioni del 2008), la Lega al 12 (+ 2) e Fini al 6 (prim’ancora che fondi il partito), i leader del Pd potrebbero riattivare per un attimo le loro attività cerebrali, senza esagerare s’intende, e porsi una domanda semplice semplice: che senso ha seguitare a blaterare di governi tecnici, balneari, istituzionali, “di responsa bilità” e altre ammucchiate politichesi? Che senso ha mostrarsi atterriti e tremebondi all’ipotesi di votare, dando l’impressione di aver già perso e di voler cacciare B. con manovre di palazzo, a tavolino, “a prescindere” dagli elettori? Un conto è la legittimità costituzionale di un governo diverso, che è fuori discussione: il fatto stesso che Cicchitto e Schifani dicano che non si può è la miglior prova che si può. Un altro conto però è l’opportunità di farlo. Certo, se in Parlamento esistesse una maggioranza pronta a rifare la legge elettorale per restituire il voto ai cittadini e a risolvere il conflitto d’interessi per levare tv e giornali a B., varrebbe la pena provarci. Ma siccome quella maggioranza non esiste, è inutile parlarne. Tanto poi, un giorno o l’altro, a votare bisognerà pur andarci. E allora tanto vale andarci in primavera (prima i tempi tecnici non lo consentono) costringendo B. a spiegare agli elettori il catastrofico flop della maggioranza più ampia della storia repubblicana, evaporata nel breve volgere di due anni. Rinviare tutto di un anno o più significherebbe invece regalargli una formidabile arma propagandistica e consentirgli di parlare non dei suoi fiaschi, ma dei “ribaltonisti” che volevano sovvertire la volontà popolare. Era da tempo che B. non se la passava così male. A parte le condizioni fisiche, impietosamente immortalate dalle immagini dell’altroieri quando s’è presentato a Palazzo Grazioli in tuta da benzinaio proferendo frasi sconnesse in spagnolo maccheronico (“estamos a la cabeza de la civilizaciòn”), sono le condizioni politiche che vanno a picco. Cacciando Fini e i finiani senza pallottoliere ha perso la maggioranza alla Camera e ora, se lo molla pure Pisanu, anche al Senato. Il linciaggio mediatico contro Fini e famiglia s’è rivelato un mezzo boomerang: il presidente della Camera è ancora in piedi e non ha perso nessun fedelissimo, nemmeno i morbidoni alla Moffa (nomen omen). Il vertice domiciliare con la servitù ha partorito un documento di 13 pagine che si può riassumere in tre parole: “Salvatemi dai processi”. Sai che novità. Se a dicembre la Consulta gli boccia il legittimo impedimento, a gennaio torna imputato e a primavera potrebbe essere condannato per Mills e per Mediaset. Ovvio che, per batterlo alle elezioni, questo Pd a encefalogramma piatto non basta. Ma chi l’ha detto che il Pd debba restare così? Dipende dagli elettori di tutto il centrosinistra: solo loro possono costringerlo a cambiare, prepensionando il museo delle cere che lo dirige. Per questo, su i l fa t t o q u o t i d i a n o . i t , abbiamo lanciato le primarie online, che in tempo di vacanze hanno già raccolto 20 mila risposte in tre giorni. Proviamo per un attimo a immaginare se, al posto di Bersani, ci fosse Nicola Zingaretti. Ha 45 anni, governa bene la Provincia di Roma, dove ha vinto le elezioni mentre Rutelli le perdeva, non è chiacchierato, non ha scandali né scheletri nell’armadio, ha una bella faccia pulita e normale, è pure il fratello del commissario Montalbano (il che non guasta), non s’è mai visto a Porta a Porta, ha ottimi rapporti con Vendola e parla un linguaggio che piace ai dipietristi. Intervistato da IoDonna, alla domanda “La qualità che preferisce in un uomo?”, ha risposto “L’onestà”. “E in una donna?”. “L’onestà”. Poi ha mandato a quel paese Chiamparino sulla batracomiomachia pro o contro l’invito a Cota alla festa del Pd: “Basta con la subalternità culturale alla destra, basta dare corda al Pdl o alla Lega in cambio di qualche spazietto su giornali e tv”. C’è chi, con molto meno, potrebbe perfino vincere le elezioni.
Nessun commento:
Posta un commento